Quello che non sai sulla cucina giapponese

Pubblicato il 3 maggio 2016 | Categoria: Dieta come terapia, Diete, Featured

Sempre più diffusa è la passione per il sushi, le nostre città pullulano di ristoranti giapponesi e tutti, ci sentiamo un po’ esperti della loro cucina.

In realtà, la tradizione culinaria giapponese va al di là di ciò che conosciamo dal nostro “all you can eat” di fiducia, e ha un profondo legame sia con la cultura zen che con la dieta vegana, che ha preso dalla cucina giapponese, ad esempio, il seitan.

Le curiosità riguardo la cucina giapponese

Graziana Canova Tura, autrice di un libro di tradizione culinaria giapponese, ha “svelato” alcune curiosità che riguardano la cucina nipponica.

Scopriamole insieme:

  1. fare rumore mentre si mangia indica che il cibo è stato apprezzato;
  2. le posate in metallo sono ritenute violente e, perciò, si usano le bacchette;
  3. ogni anno, il 4 agosto, si svolge il funerale delle bacchette, per rendere omaggio al loro lungo servizio;
  4. la disposizione del cibo nei piatti è fondamentale, anche nell’evitare, ad esempio, di servire il cibo in porzioni pari (soprattutto il 4, perché lo stesso termine, shi, significa anche “morte”);
  5. davanti ai ristoranti giapponesi si mettono, di solito, due mucchietti di sale ai lati dell’ingresso, per riprendere un’antica usanza che invitava i viaggiatori a bordo dei carri a fermarsi nei locali al cui ingresso vi era del sale che veniva leccato dai buoi;
  6. i monasteri zen vietano l’utilizzo di cipolla, aglio, porro, scalogno, e così via, che potrebbero indurre in tentazione i monaci;
  7. quando a fine pasto si mastica uno stuzzicadenti, vuol dire che si è soddisfatti del pasto, come facevano in passato i samurai.
  8. il piatto deve avere delle caratteristiche fondamentali, come l’umami (gustosa bontà);
  9. sono molto utilizzati il glutammato di sodio e le alghe nori.

La cucina giapponese: esempio di alimentazione salutare

Grazie all’alimentazione e allo stile di vita più salutari, i giapponesi sono la popolazione che vive più a lungo e, come riporta l’Organizzazione Mondiale della Sanità, non solo hanno un’aspettativa di vita più lunga (86 per le donne e 79 per gli uomini), ma vi è anche minore percentuale di disabilità, oltre che il più basso tasso di obesità.

Naomi Moriyama, autrice di un libro che svela i segreti della cucina giapponese, ritiene che la magia della cucina giapponese sia, oltre che nel basso livello calorico dei cibi, anche nella presentazione dei piatti, che permette di godere anche della bellezza del cibo, oltre che del sapore.

Secondo una ricerca condotta dalla facoltà di Medicina dell’University of Florida, in media, l’alimentazione giapponese contiene il 25% in meno di calorie rispetto alla cucina americana e, questo, potrebbe già spiegare la maggiore durata di vita.

Un altro studio, della Pennsylvania State University, ha dimostrato come le donne, alle quali venivano serviti pasti con il 30% di calorie in meno, arrivassero a perdere 800 calorie al giorno, senza perdere l’apporto delle sostante nutritive fondamentali.

Altro consiglio di Naomi Moriyama è quello di servire il cibo in porzioni più piccole perché le ricerche dimostrano che, più viene servito e più si mangia, indipendentemente dalla fame che si ha. Infatti, a un sondaggio dell’American Institute for Cancer Research, la maggior parte degli intervistati ha risposto che, la quantità di ciò che si mangia, dipende dalla quantità di cibo messa nei piatti. Questa può essere una risposta positiva perché significa che possiamo facilmente modificare la quantità di cibo che mangiamo, semplicemente, abituandoci a mangiare porzioni più piccole di cibo, iniziando, magari con il pesare le quantità e poi imparando a ridurle da soli.

I simboli della cucina giapponese

Elementi base della cucina giapponese, sono:

  • il riso, che permette di saziarsi con minori quantità rispetto alla pasta;
  • il brodo, fatto con tantissimi tipi di verdure, (fagiolini, zucchine, melanzane, cipolle, peperoni rossi e verdi, lattuga, carote, spinaci, germogli di bambù, barbabietole, radici di loto, rape, alghe, patate dolci, daikon, funghi): nello stesso piatto vengono servite fino a 4-5 varietà di verdure, bollite nel brodo, saltate in padella o al vapore;
  • pesce: in particolare, salmone, tonno fresco, sgombro, sardine, aringhe, ricchi di omega3, utili per il cuore e il benessere salutare;
  • prodotti con la soia naturale, come tofu, fagioli, e così via, mangiati, principalmente, come alternativa alla carne rossa;
  • una tazza di verde, alla fine di ogni pasto.

Secondo Naomi Moriyama, infine, servono soltanto poche modifiche per rendere ancora più salutare la dieta giapponese. La prima richiede di sostituire il riso bianco con quello integrale, che è ricco di fibre e la seconda di ridurre l’apporto di sodio, che è troppo alto nella dieta giapponese, a causa delle grandi quantità di salsa di soia e alimenti in salamoia.

A quanto pare, la cucina giapponese che tanto si sta diffondendo all’interno della nostra cultura, oltre a essere gustosa, ha anche notevoli effetti positivi sulla nostra salute. Non ci resta che iniziare a provare la dieta giapponese per testarne i benefici!

 

 

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