Una dieta vegetariana può avere effetti positivi sull’umore?

Pubblicato il 13 febbraio 2014 | Categoria: Diete, Featured, Le diete più famose

Il consumo della carne rossa può influire negativamente sull’umore? È vero che i vegetariani sono più allegri e sono pieni di energie? Le ultime ricerche nell’ambito della nutrizione mostrano che potrebbero esserci dei fondamenti in campo scientifico per rispondere a questi interrogativi.

Uno studio effettuato recentemente, pubblicato dalla dottoresa Bonnie Beezhold sul Nutrition Journal 2012, ha preso in esame un gruppo di persone con abitudini alimentari non vegetariane che consumavano almeno una volta al giorno alimenti, come la carne oppure il pesce. Il test è durato due settimane, durante le quali le persone sono state sottoposte a regimi alimentari diversi l’uno dall’altro per studiare l’eventuale presenza di relazioni tra il cibo e l’umore.

Com’è stato condotto lo studio?

Lo studio è stato condotto su tre gruppi di persone con delle abitudini alimentari non vegetariane; i tre gruppi, quindi, sono stati sottoposti a tre tipi di regimi alimentari totalmente diversi fra di loro. Un primo gruppo ha seguito la propria dieta abituale che prevedeva il consumo, almeno una volta al giorno, di carne rossa, di pesce oppure di pollame; un secondo gruppo ha mangiato il pesce circa 3-4 volte alla settimana, ma non ha consumato carni rosse e carni bianche; infine, un terzo gruppo ha seguito una dieta completamente vegetariana, escludendo infatti dalla propria dieta sia il pesce sia tutti i tipi di carne, sia quella rossa sia quella bianca. All’inizio ed alla fine del test, i partecipanti dei tre gruppi sono stati sottoposti a tre questionari volti a misurare i loro cambiamenti d’umore: i test riguardavano rispettivamente il regime alimentare seguito, un calendario degli stati d’animo provati durante le due settimane ed un questionario sull’ansia, sulla depressione e sullo stress.

Durante le due settimane in cui è stata svolta questa ricerca, sono stati tenuti sotto osservazione i livelli di assunzione di acidi grassi essenziali come l’EPA e il DHA, che fanno parte del gruppo degli omega-3, che solitamente il corpo umano assume attraverso alimenti come il pesce, ed i livelli di acido arachidonico (AA) che fa parte del gruppo degli omega-6.

Nelle persone che seguivano la dieta vegetariana è stata registrata una lieve diminuzione del livello degli acidi grassi a catena lunga AA. Al contrario, i soggetti che facevano parte del secondo gruppo che assumeva il pesce, ma non la carne, hanno avuto un incremento dei valori di EPA e di DHA. Infine, negli appartenenti al gruppo che non ha alterato la propria dieta ed ha continuato a consumare regolarmente sia la carne e sia il pesce, non si sono rilevate differenze nell’assunzione degli acidi grassi.

I dati provenienti dai questionari, rilevati autonomamente dai partecipanti dei tre gruppi, insieme alla rilevazione dei livelli di omega-3 e omega-6, hanno mostrato che i primi due gruppi che si erano sottoposti ad un regime alimentare onnivoro, cioè il primo gruppo, e, invece, ad una dieta a base di pesce, il secondo gruppo, non hanno rilevato alcun cambiamento significativo del proprio umore al termine delle due settimane di test.

Al contrario, il terzo gruppo che si era sottoposto ad un regime alimentare vegetariano, al termine delle due settimane ha rilevato un significativo miglioramento del proprio umore ed una risposta decisamente migliore allo stress.

Questo studio quindi permette di stabilire un legame tra il vegetarianesimo e il buonumore.

La carne influisce negativamente sull’umore delle persone?

Le diete onnivore, rispetto alle diete vegetariane, sono ricche di acido arachidonico, cioè un acido grasso poli-insaturo, cioè un omega – 6.

L’acido arachidonico è presente in particolare nelle carni rosse, nel pollame e in alcuni pesci; la ricerca ha dimostrato che se l’acido arachidonico viene assunto in quantità elevate, potrebbe causare dei cambiamenti nel cervello che, a loro volta, potrebbero influirein modo negativo sull’umore delle persone.

Una quantità eccessiva di acido arachidonico nel sangue, unita alla presenza di acido eicosapentaenoico, cioè un acido grasso omega 3​​, è stato messo in relazione ai sintomi clinici della depressione.

Mentre gli omega-3, ed in modo particolare l’olio di pesce, sono molto importanti per la funzione cerebrale e per l’abbassamento dello stress ossidativo, gli alti livelli di omega-6 causato dai regimi alimentari onnivori molto diffusi, possono essere dannosi per la salute delle persone.

La dottoressa Maria Papavasileiou, specialista in Nutrizione, ci ricorda che “parlando della depressione, è una patologia psichica che può essere collegata ad un’alimentazione inadeguata come si è dimostrato in tanti studi. La depressione è collegata alla carenza di alcune vitamine, soprattutto quelle del gruppo B che svolgono un ruolo importantissimo per il nostro sistema nervoso e nella produzione della serotonina. Gli studi hanno dimostrato che le persone depresse di solito hanno livelli bassi di vitamina B3, B6 e in seguito livelli bassi di serotonina. Quello che mangiamo influenza il nostro umore e la nostra salute mentale”.

Come bilanciare la propria dieta per assumere una minore quantità di omega 6?

Per porre rimedio a questo squilibrio nella propria alimentazione quotidiana, bisogna cercare di assumere omega 3, limitando, se possibile, l’assunzione di omega-6. Per questo motivo è opportuno introdurre nella propria dieta i cibi tipici delle diete vegetariane, come le noci ed i semi di lino. La dieta vegetariana, molto ricca di verdure, infatti è una grande fonte di omega-3, ma contiene bassi livelli di omega-6.

In base ai risultati della ricerca di Bonnie Beezhold, il pesce può essere classifficato fra i cibi salutari per l’uomo?

La ricerca condotta da Bonnie Beezhold conclude che anche il pesce, contrariamente a quanto si sosteneva prima di questa ricerca, non ha effetti benefici sul nostro cervello. Le diete vegetariane,infatti, danno un apporto molto più basso di acidi grassi omega. I vegetariani, oltre ad avere bassi livelli di omega, sono anche molto ricchi di antiossidanti: questo fa sì che le persone con abitudini alimentari vegetariane abbiano una minore necessità di omega che ha una funzione molto importante per le persone che seguono una dieta onnivora perché protegge l’uomo dallo stress ossidativo.

Anche se, ad oggi, non si hanno indicazioni precise circa la dieta da seguire per il funzionamento ottimale del cervello, la ricerca condotta da Bonnie Beezhold dimostra che la dieta vegetariana, ed in generale un minor consumo della carne e del pesce, può avere effetti benefici per la salute.

Secondo alcune ricerche un’alimentazione non corretta può portare a carenze di alcuni nutrienti. I sintomi possono essere diversi, fra i quali:

  • l’ apatia
  • l’ irritabilità
  • l’ insonnia
  • il calo della memoria e dell’attenzione
  • la depressione
  • la svogliatezza

La depressione, in particolar modo, è una patologia molto legata all’alimentazione e gli sbalzi d’umore non devono essere sottovalutati.

 

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