Alluminio: ecco perché è meglio evitarlo per cuocere gli alimenti

Pubblicato il 11 luglio 2016 | Categoria: Cosa mangiare per prevenire l'insorgere delle malattie, Curiosità culinarie, Featured

Alluminio: i pericoli

Uno dei materiali più utilizzati in cucina è l’alluminio, che usiamo per avvolgere il cibo, per la cottura, ma non solo, perché esso risulta essere il materiale più utilizzato nella realizzazione di pentole e utensili vari da cucina.

Con il passare del tempo, infatti, è arrivato a sostituire il rame perché più conveniente da produrre e più facile da pulire.

Ciò di cui non ci rendiamo conto è che l’alluminio che va a contatto con il cibo, potrebbe causare danni alla salute.

Vediamo perché.

Alluminio: quali sono le dosi tollerabili dall’organismo?

L’alluminio è presente in alimenti quali mais, formaggio giallo, sale, erbe aromatiche, spezie, tè, oltre che, come già detto, in molti utensili da cucina. Ovviamente, non deve destare preoccupazione tutto il suo utilizzo, perché il corpo umano può espellerne piccole quantità in modo efficiente. Il problema sorge quando le quantità sono esagerate.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità, a tal proposito, ha stabilito che la dose sicura di alluminio all’interno dell’organismo consiste in circa 40 mg per Kg di peso corporeo al giorno. Per intenderci, una persona che pesa 60 Kg può assumerne circa 2400 mg, ma, spesso, le quantità sono superiori.

Quali danni causa l’alluminio quando penetra nel cibo?

I ricercatori stanno ancora stabilendo la tipologia di danni causati dall’alluminio, ma, finora, è emerso che esso è stato trovato, ad esempio, nel tessuto cerebrale di pazienti malati di Alzheimer. Il collegamento potrebbe esserci anche perché questa malattia, come sappiamo, si è sviluppata in tempi moderni ed è molto legata al nostro stile di vita.

Altri rischi derivanti dall’alluminio sono, ad esempio: la riduzione del tasso di crescita delle cellule del cervello, e i problemi per i pazienti con insufficienza renale o malattie alle ossa.

Cosa fare?

Dati questi rischi, quindi, si consiglia di ridurre l’utilizzo di alluminio durante la cottura. Le pentole hanno uno strato inerte che impedisce che l’alluminio penetri all’interno del cibo, ma, quando vengono strofinate troppo, questo strato tende a sparire. Tutto ciò può essere evitato in questo modo: quando si compra una nuova pentola in alluminio, si consiglia di farvi bollire l’acqua più volte finché la base non diventi opaca. In questo modo, si crea una naturale ossidazione che evita all’alluminio di penetrare all’interno del cibo.

Per quanto riguarda la cottura dei cibi avvolti all’interno della carta stagnola, è stato dimostrato che la quantità di alluminio è superiore alle direttive dell’OMS. Il livello di penetrazione aumenta anche a causa delle spezie aggiunte (pensiamo, ad esempio, alla cottura del pesce). Si consiglia, perciò, di non usare fogli di alluminio per la cottura, ma oggetti in vetro o porcellana.

Per quanto riguarda la carta stagnola utilizzata per avvolgere cibi freddi, invece, non ci sono problemi, purché non si lascino per lunghi periodi di tempo perché il cibo ha una durata di conservazione, dopo la quale, l’alluminio inizierà a penetrare in esso.

Attenzione, quindi, all’eccessivo utilizzo di alluminio durante la cottura, perché si potrebbe rischiare di trasformare una normale pratica quotidiana in un danno per l’organismo!

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