La carne rossa fa male: ma perché?

Pubblicato il 20 gennaio 2014 | Categoria: Curiosità culinarie, Miti e leggende

Molte persone mangiano della carne giornalmente, che sia essa rossa o bianca, ma, con l’avanzare del tempo e con le molteplici ricerche della medicina sulle nuove patologie batteriche, è stato evidenziato che l’utilizzo eccessivo di carne rossa provoca delle conseguenze di cui nessuno si era mai reso conto prima.

Quali sono i principali tipi di carne rossa?

Le carni classificate fra le carni rosse sono molteplici, ma le principali sono:

  • selvaggina di penna, cioè il fagiano e la quaglia
  • selvaggina di pelo: lepre, cinghiale, capriolo
  • equini
  • frattaglie rosse, cioè: fegato di vitello, fegato di agnello
  • bovino adulto, che comprende: vitellone, scottona, manzo, giovenca, vacca e toro
  • animali da cortile a carne nera, come ad esempio: l’ anatra, lo struzzo e l’oca
  • ovini e caprini adulti e nello specifico: carne del castrato che è ritenuta una delle carni più pregiate, agnellone, pecora, montone e carne di capra.

Che cosa potrebbe provocare l’eccesso di carne rossa nell’alimentazione?

Già da tempo, numerosi studi hanno evidenziato un potenziale pericolo per la salute dell’uomo derivante da uno smisurato consumo di carni rosse. Il suo impiego, infatti, è stato associato ad un maggior rischio di malattie cardiache, come ad esempio l’infarto, e alla formazione di alcuni tumori, ma fino ad ora non sono mai state del tutto chiare le motivazioni. Proprio per questo è stato condotto un nuovo studio e i relativi risultati sono stati pubblicati su Nature Medicine, un’ importantissima rivista scientifica che si occupa di tutti gli argomenti scientifici internazionali: i ricercatori hanno attribuito quindi la colpa dell’insorgere di queste malattie ad alcuni batteri, presenti naturalmente nell’intestino umano, che convertono un nutriente comune, che si trova nelle carni bovine, in un elemento che può accelerare l’ accumulo di placche nelle arterie.

Quali sono i risultati dei test effettuati sulla carne rossa?

I test effettuati dal dottor Stanley Hazen (capo della medicina cardiovascolare presso la Cleveland Clinic in Ohio) hanno dimostrato come il consumo di L-carnitina aumenti i livelli ematici di trimetilammina-N-ossido, chiamato anche TMAO, cioè un composto che può alterare il metabolismo del colesterolo e rallentare la rimozione del colesterolo stesso, che normalmente si accumula sulle pareti delle arterie. I ricercatori hanno condotto una serie di esami su un gruppo di volontari, circa 2.600 persone con problemi cardiovascolari, confermando come gli eccessivi livelli di carnitina aumentano il rischio di malattie cardiovascolari.

Inoltre, i test sono stati effettuati su 26 volontari vegani e vegetariani: all’ inizio dei test, come era prevedibile, questi volontari presentavano un basso livello di TMAO. Ad esempio, una donna vegana ha accettato di mangiare circa 200 g di bistecca, ovvero una quantità enorme rispetto alle sue solite abitudini alimentari.

Il basso livello di TMAO non era dovuto unicamente al fatto che queste persone non mangiassero quotidianamente la carne, ma anche il tipo di flora batterica intestinale influiva sul livello ematico di trimetilammina-N-ossido. Dall’indagine è emerso che l’intestino di queste persone è poco propenso a scomporre la carnitina in TMAO. Successivamente, sono stati effettuati ulteriori test su diversi animali: per alcuni è stato inserito nella dieta un integratore a base di L-carnitina ed è emerso che rispetto alle altre categorie di animali, che non avevano assunto questo integratore, presentavano livelli di TMAO molto più elevati e in particolar modo una percentuale doppia di aterosclerosi, cioè una particolare forma di arteriosclerosi che causa la formazione di placche sulle pareti delle arterie.

In che quantità è consigliato mangiare la carne rossa in una giornata?

Gli uomini non dovrebbero superare, in linea teorica, i 53 grammi di carne rossa al giorno e le donne dovrebbero mangiare meno di 30 grammi giornalieri.

Purtroppo entrambe le categorie assumono mediamente dei quantitativi superiori a quelli consigliati. Da alcuni studi risulta che ogni 50 grammi in più, rispetto alla dose consigliata, aumenta il rischio di patologie coronariche, come ad esempio l’infarto, del 42%.

Il consumo di carne rossa non incide però solo sul cuore: ogni 50 grammi in più c’è anche un aumento del rischio di diabete di tipo 2 (più 19%) e cancro all’intestino (più 18%).

Secondo gli esperti una riduzione del consumo di carni rosse potrebbe abbattere notevolmente l’incidenza di patologie croniche ma non solo, si avrebbero anche dei giovamenti a livello ambientale.

È preferibile eliminare totalmente la carne dal regime alimentare?

Alla luce di questi risultati, alcuni potrebbero pensare che sia meglio diventare vegetariani eliminando totalmente la carne dalla tavola. Ma alcune persone non riescono a rinunciare alla carne, specialmente quando si è in compagnia. Ovviamente, ogni tanto si può mangiare carne rossa senza però eccedere e variare magari con della carne bianca, con un po’ di frutta, verdura o fibre, senza dimenticare però di ridurre il consumo di sale. Infine, altri studi hanno evidenziato che una dieta vegetariana aumenta i rischi di tumore all’intestino. Il pesce,che viene generalmente consumato fresco, risulta statisticamente più salutare della carne

Oltre alla carne dove è possibile trovare la L-carnitina?

La L-carnitina è contenuta in diversi integratori: infatti, questa ricerca non riguarda solo chi mangia la carne assiduamente, ma anche gli sportivi. Alcuni sportivi, infatti, che non mangiano la carne purtroppo abusano di alcuni integratori, che si trovano sul mercato sia in forma liquida che in pillole,  a base di L-carnitina appunto, che vengono commercializzati e sponsorizzati con la promessa di aumentare l’energia, oppure promettono di aiutare la perdita di peso e, infine, decantano di riuscire ad aumentare le prestazioni atletiche.

Inoltre, interviene ancora il dottor Hazen dicendo che nessuna di queste affermazioni è stata mai provata scientificamente e sconsiglia vivamente di utilizzare questi falsi integratori che non provocano niente di tutto quello che promettono. Questi integratori al momento non presentano particolari effetti negativi.

Infatti, come dice il dottor Massimo Caruso, nutrizionista, “non ci sono evidenze né casi clinici in cui si riporta un effetto collaterale specifico della carnitina”.

Un dato fondamentale, che risulta anche delle persone sottoposte ai test, è che alcune persone conducono una vita estremamente sedentaria: questo è un fattore che aumenta ancora di più il pericolo di ostruzione delle arterie. Un altro fattore importantissimo e da non sottovalutare è il consumo di moltissimi prodotti messi in commercio da grandi industrie come gli hamburger e gli hot dog che molte persone per lavoro o per mancanza di tempo consumano almeno una volta alla settimana data la velocità di preparazione. Queste ricerche, quindi, non vietano in alcun modo di  mangiare carne ma consigliano di evitare una vita sedentaria e inoltre, per ridurre la possibilità di produzione dei batteri, di far cuocere bene la carne ed evitare la carne al sangue perché la bassa cottura non uccide i batteri presenti nella carne, che porterebbero ancora di più ad alzare il rischio di malattie cardiache.

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