Qual è l’impatto del cibo sulla nostra salute?

Pubblicato il 13 luglio 2016 | Categoria: Cosa mangiare per prevenire l'insorgere delle malattie, Curiosità culinarie, Featured

Cibo sano e salute

Partendo dall’assunto per cui ciò che mangiamo è fondamentale per la nostra salute, è bene ricordare che il cibo dà al nostro corpo gli strumenti e le informazioni di cui ha bisogno per funzionare correttamente, se questo non avviene i nostri processi metabolici ne risentono e la salute declina.

L’eccesso di cibo o la sua mancanza alterano il funzionamento del metabolismo e, oltre a rischiare di essere in sovrappeso o denutriti, andiamo in contro a malattie correlate a stati come: diabete, artrite, malattie cardiache, etc.

In merito Webster affermava: “La scienza e l’arte interagiscono favorevolmente alla cura della salute e alla prevenzione o trattamento delle malattie”.

Come agisce il cibo nel nostro corpo?

Le sostanze nutritive presenti nel cibo attivano le cellule del nostro corpo importanti per le loro necessarie funzioni.

Questo concetto, che deriva dai manuali, descrive come le sostanze nutritive siano essenziali per il nostro funzionamento fisico.

I nutrienti sono le sostanze nutritive del cibo essenziali per la crescita, lo sviluppo e il mantenimento delle funzioni corporee. È importante essere consapevoli che se i nutrienti non sono presenti, molte funzioni metaboliche e della salute umana declinano. Quando il consumo delle sostanze nutritive non è regolare e non è connesso con il fabbisogno delle cellule del corpo, i processi metabolici vanno in declino o si arrestano”.

Le opinioni di Wardlow e Insel circa la nutrizione, in altre parole, dicono che le sostanze nutritive danno al nostro corpo le istruzioni circa il funzionamento, in questo senso, quindi, il cibo può essere concepito come una “fonte di informazione” per l’organismo.

Concepire l’alimentazione in questo modo ci dà una concezione della nutrizione che va oltre le calorie o i grammi del “buon cibo” o “cattivo cibo”.

La funzionalità del cibo ci guida ad una maggiore conoscenza degli alimenti, pertanto, invece della visione del cibo come “nemico”, potremmo guardare all’alimentazione come un modo per “volerci bene”, favorendo la salute, riducendo i danni e aiutando il mantenimento del sano metabolismo.

Perché l’alimentazione dovrebbe interessarci?

Le sostanze nutritive forniscono al corpo le informazioni e gli strumenti di cui necessita per funzionare correttamente, ma nella nostra dieta quotidiana questi potrebbero non essere sempre presenti. Noi tutti sappiamo che abbiamo bisogno di un “apporto base” giornaliero di sostanze nutritive, quasi tutti i cibi elaborati contengono conservanti, grassi e zuccheri che potrebbero danneggiarci.

Tali informazioni provengono da ricerche di un settore di studi sulla Salute chiamato “Functional Medicine” che si serve di un approccio dinamico per valutare, preventivare e affrontare in modo completo le disfunzioni croniche (questo settore include ricerche circa la nutrizione).

Qual è la connessione tra cibo e malattia?

Come società siamo di fronte a significativi problemi di salute.

Gli Stati Uniti sono al nono posto per quanto riguarda l’aspettativa di vita nel mondo sviluppato, questo emerge in quanto vi è una forza lavoro afflitta da assenteismo e ridotta produttività a causa di problemi di salute cronici tra cui la depressione e il 78% della spesa sanitaria viene investito nel trattamento delle malattie croniche.

Molti ricercatori ritengono che questi problemi sono in parte legati alla dieta.

Si è pensato che malattie come, ad esempio, il diabete di tipo II, obesità, malattie cardiache, ictus e alcuni tipi di cancro sono stati causati da una singola mutazione genetica, tuttavia oggi queste condizioni si stanno anche attribuendo ad una serie di disfunzioni biologiche.

Anche secondo la più grande società nutrizionale d’Europa, il cibo che mangiamo rappresenta un fattore importante per prevenire l’insorgenza di queste malattie, di conseguenza abbiamo bisogno di sapere come più sostanze nutritive interagiscono all’interno della nostra dieta e come influenzino le funzioni del corpo umano.

La prospettiva della Medicina Funzionale

La prima componente di Medicina Funzionale si concentra sull’impatto della dieta sulla salute, il ruolo della nutrizione nella malattia cronica coinvolge sistemi multipli come il sistema digestivo, il sistema immunitario e il sistema di disintossicazione che si rivelano interconnessi.

Per esempio, l’80% del sistema immunitario è contenuto nell’apparato gastrointestinale, quindi i problemi di immunità potrebbero essere correlati alla digestione difettosa.

La “Functional Medicine” sostiene che la malattia cronica è quasi sempre preceduta da un periodo di declino in uno o più apparati del corpo, pertanto i ricercatori di questo settore cercano di identificare in anticipo i sintomi che indicano la disfunzione che può portare alla malattia.

La Medicina Funzionale che cerca di affrontare i problemi di salute tenta di fornire gli alimenti e le sostanze nutritive necessarie per ripristinare la funzioni vitali essenziali. Si tratta di un efficace intervento non invasivo che mira a fermare la progressione dei problemi in malattia.

Quindi, quando si mette in atto un approccio nutrizionale per la salute e la cura della malattia, è importante capire che la disfunzione potrebbe avere molteplici cause, a partire da una disfunzione sottostante che potrebbe causare altri problemi correlati. Le malattie cardiovascolari, ad esempio, possono essere tra i più chiari esempi di questo concetto.

I ricercatori hanno dimostrato che lo sviluppo della malattia di cuore può essere innescato da molteplici fattori, questi includono l’insulino-resistenza, elevata omocisteina, stress ossidativo, colesterolo elevato, ipertensione, tossicità dei metalli pesanti, stress e infiammazione, ognuno di questi elementi può essere influenzato dalla nutrizione. La centralità della nutrizione, quindi, vale sia per la prevenzione che per il trattamento di tali disfunzioni. (Textbook of Medicine Funzionale).

Per esempio, uno studio del 2007 dimostra l’importanza dell’equilibrio minerale ottimale e come un deficit di equilibrio minerale può contribuire allo sviluppo di insufficienza cardiaca congestizia. 

Ecco un buon esempio

Lynn, una donna di cinquantatre anni ha affermato di avere un unico obiettivo “Essere in buona salute!“. In passato il suo colesterolo era stato elevato (tra cui trigliceridi), aveva preso Lipitor per cinque anni, la sua pressione sanguigna era stata elevata in passato, aveva avuto reflusso acido ed era stata in cura con lo Zantac per 15 anni.

Lynn dormiva male e soffriva di apnea del sonno e stanchezza estrema, stava assumendo terapia ormonale sostitutiva per mal di testa ormonali che l’avevano tormentata per anni, aveva sofferto di gonfiore e dolori articolari per molti anni degenerati in osteoartrite, i suoi visceri tendevano alla costipazione e lei desiderava pane e dolci.

Il nutrizionista ha notato la sua infiammazione sistemica, la ritenzione idrica, gonfiore e costipazione e una sospetta sensibilità alimentare, pertanto ha suggerito a Lynn di eliminare il mais, prodotti lattiero-caseari e il grano dalla sua dieta, le ha anche chiesto di annotare la reazione del suo corpo ai cambiamenti e poi, gradualmente, di re-introdurre questi alimenti uno alla volta.

Quattro settimane dopo, quando Lynn è tornata dal nutrizionista aveva riscontrato, attraverso la dieta di eliminazione di alimenti, una sensibilità al mais, infatti da quando aveva eliminato questo alimento, aveva iniziato a sentirsi molto meglio, il dolore alla schiena e alle gambe era diminuito, la sua stitichezza si era alleviata e gran parte del gonfiore e ritenzione di liquidi anche migliorati.

Tornando ad otto settimane, Lynn ha riferito che i “cambiamenti sono stati facili“, aveva perso 20 chili e la sua energia era molto migliorata. Ha dichiarato di svegliarsi pimpante al mattino, di camminare un miglio e mezzo al giorno e di aver diminuito le sue voglie di zucchero, oltre ad avere una maggiore padronanza nel controllo della sua alimentazione.

A 12 settimane, Lynn ha detto che le modifiche alimentari sono diventate abitudine, affermando: “Mi sento molto meglio!” La sua energia ha continuato a migliorare pur perdendo un totale di 27 chili e sperimentando meno dolore.

Quindi con un po’ di attenzione anche situazioni insormontabili possono svanire!!!

E tu? Che rapporto hai col cibo? La dieta mediterranea ti consente già di assumere cibi genuini nelle giuste quantità, oppure un piccolo “diario di bordo” può aiutarti a scoprire e analizzare le abitudini alimentari che proprio ti sfuggono?

Consapevoli che il cibo rappresenta una forte connessione tra noi e l’ambiente e determina la qualità della nostra vita, sarebbe interessante partire dall’importanza della consapevolezza delle scelte alimentari e delle quantità di cibo che si assumono.

Noi annotiamo la nostra esperienza, tu raccontaci la tua e goditi il tuo BUON APPETITO!

 

Leave a Reply

XHTML: You can use these tags: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>