Una dieta sana contro l’Alzheimer

Pubblicato il 24 giugno 2014 | Categoria: Diete, La dieta corretta dopo i 50 anni

L’Alzheimer è una malattia degenerativa che colpisce soprattutto le persone anziane. Ne colpisce le cellule nervose e impedisce negli stadi più avanzati di avere una vita normale e autonoma. Gia prima dei 60 anni possono manifestarsi i primi sintomi, con perdita di memoria e difficoltà ad immagazzinare nuovi ricordi, iniziando a diventare pericolosi anche e soprattutto per se stessi.

Purtroppo non c’è una vera e propria cura per questo morbo. Nonostante le ricerche siano sempre in corso ed in parallelo con gli studi di medicinali sempre più precisi, la soluzione unica è l’uso di medicinali per alleviare e rallentare l’avanzamento del morbo.

Il dottor Aniello Cusati afferma: “L’Alzheimer è il dazio da pagare all’aumento dell’età media. Le stime parlano di più di 500.000 casi presenti in Italia e di ben 80.000 casi nuovi ogni anno. Numeri da capogiro. Di conseguenza dramma da capogiro se si pensa al numero delle famiglie coinvolte in questa vera e propria tragedia. Nel lontano 1906 il Dottor Alois Alzhemeir assistette una donna affetta da perdita della memoria, difficoltà di linguaggio e comportamenti poco comuni. Alla morte della paziente il medico praticò l’autopsia. Esaminò il cervello e scoprì macchie anomale e grovigli di fibre oggi note come placche amiloidi ed ammassi neurofibrillari! I primi segni sono subdoli. Difficoltà della memoria recente e cambiamento del tono dell’umore. Poi il quadro piano piano si aggrava. Compaiono disorientamento temporo-spaziale, incertezza nell’uso del denaro o nel calcolo; domande ripetute; trasformazione del tono dell’umore e della personalità al punto tale da non riconoscere più la persona cara. Quindi i sintomi si aggravano con una complessità inarrestabile e difficile da gestire”.

Il cibo come prevenzione

Molte università e studi di ricerca cercano di partire dal cibo e da tutto ciò che possa contrastare a monte questa demenza.

Tutti riconoscono nella dieta mediterranea molti benefici. Molti studiosi ritengono che gli alimenti contenuti in questa dieta siano indicati per combattere l’Alzheimer. Gli alimenti ricchi di polifenoli e di acidi grassi polinsaturi, contribuiscono a stimolare le cellule e a tener vivi i neuroni.

È stato appurato che i neurono possono essere rigenerati anche dopo una certa età, se opportunemante stimolati. Ma quali sono gli alimenti ricchi di polifenoli? In primis l’olio di oliva. Seguono frutta secca e fresca, thè e le verdure verdi. Sono alimenti che hanno la capacità di ridurre i tassi sanguigni della proteina beta-amiloide che è associata ai problemi di memoria e alla malattia di Alzheimer.

Per contrastare dunque l’ossidazione del cervello, sono efficaci i cibi ricchi di Vitamina E. La vitamina E è ricca di antiossidanti, sostanze che contrastano i processi ossidativi dell’organismo. Anche i mirtilli e gli altri frutti di bosco sono ricchi di antiossidanti, utili a prevenire la demenza degenerativa. Inoltre, chi consuma pesce almeno una volta a settimana riduce di ben il 60% il rischio di ammalarsi di Alzheimer, grazie all’apporto di acido grassi polinsaturi Omega 3. Gli Omega 3 presenti nel pesce mostrano una forte somiglianza con sostanze chimiche presenti nella materia grigia del cervello. Queste sostanze aiutano a trasmettere i segnali al cervello, facilitando l’apprendimento e potenziando la memoria.

Come possiamo dunque pensare che la nostra alimentazione non condizioni la salute? L’alimentazione sana e lo stile di vita attivo ci fanno stare bene, quindi è probabile che possano aiutarci a stare bene più a lungo.

I cibi cattivi

Ci sono alimenti che vanno, se non eliminati, almeno ridotti e che possono ridurre il prevenire del morbo di Alzheimer. Questi sono tutti quei cibi ricchi di grassi saturi e grassi trans insaturi. Bisogna dunque limitare il consumo di carni grasse, di latticini ricchi di grassi, come il burro, e di grassi vegetali, come crackers e biscotti. Questi grassi sono associati con il colesterolo cattivo alto, il nemico numero uno per la salute del cuore e del cervello. Non è da escludere una forte correlazione tra l’alcol e le demenze. Una ricerca recente ha infatti messo sotto accusa il cosiddetto ‘binge drinking’, cioè l’assunzione di 5 o più bevande alcoliche in un intervallo di tempo più o meno breve, molto di moda tra le generazioni dei più giovani.

Lo studio

Alcuni ricercatori della Columbia University di New York, hanno pubblicato uno studio sugli effetti che alcuni cibi hanno sul morbo di Alzheimer.
Secondo gli scienziati guidati da Yian Gu, gli alimenti migliori sarebbero le verdure a foglia verde scuro, i cavoli, i pomodori, il pesce azzurro, olio e cereali. I medici statunitensi hanno pubblicato i risultati della loro ricerca sulla rivista Archives of Neurology, considerando un forte legame tra un regime alimentare sano ed equilibrato e la prevenzione di malattie legate al corretto funzionamento cerebrale.

La ricerca ha preso in esame oltre 2.000 soggetti di oltre 65 anni che all’inizio dello studio non presentavano alcun sintomo di demenza senile. Lo studio, della durata di quattro anni, ha osservato periodicamente le abitudini alimentari dei volontari, e ha registrato l’insorgere del morbo di Alzheimer in 253 persone.
In molti di questi casi, è stato possibile riscontrare uno scarso consumo di grassi saturi e di vitamina B12, vitamina che secondo i ricercatori indica una maggiore probabilità di sviluppo della malattia.

La conclusione dello studio è che una dieta equilibrata, come ad esempio quella Mediterranea, offre una riduzione del 38 per cento del rischio di insorgenza dell’Alzheimer.

Conclusioni

L’Alzheimer nel nostro Paese riguarda oltre il 3.5% della popolazione.
Per una prevenzione più efficace e duratura, il segreto è negli alimenti che consumiamo ogni giorno. In particolare bisogna ridurre le calorie quotidiane e modificare la dieta, mano a mano che ci si avvicina alla fase senile della vita. Vanno eliminati gli alimenti troppo grassi preferedno invece quelli vegetali.
Di solito i soggetti che assumono più calorie del necessario sono anche coloro che mangiano più volentieri cibi ricchi di carboidrati, zuccheri e lipidi, sostanze dannose per l’equilibrio fisico e mentale.

Questo tipo di alimentazione nuoce sia dal punto di vista del metabolismo che dal punto di vista di scarsa qualità degli alimenti. In una dieta ipercalorica i grassi sono prevalentemente di origine animale. Quindi tutto quello che ingeriamo va a finire nel rivestimento delle cellule cerebrali alterandone il funzionamento. Anche l’eccesso di zuccheri incide sulla circolazione sanguigna e rallenta molte funzioni cerebrali, limitandone la normale attività delle funzioni cognitive. Tra l’altro questo regime alimentare risulta negativo non solo per chi entra in una fase senile della vita, ma anche per i più giovani che seguendo una cattiva alimentazione, possono perdere colpi a qualunque età.

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